«Non mangia verdura» è una frase ricorrente che ogni insegnante ha sentito dire almeno una volta da mamme e papà in difficoltà. Persino in mensa sarà capitato di sentir dire: «non mi piace!» davanti a spinaci, carote e piselli.
Queste frasi non andrebbero sottovalutate: è importante creare un’abitudine – per quanto sia un’ardua impresa – e far piacere frutta e la verdura fin dalla scuola dell’infanzia. Come?
Creare un ambiente confortevole
Il pranzo alla scuola dell’infanzia costituisce uno degli aspetti educativi più significativi di relazione e di socializzazione tra adulti e bambini e tra i bambini stessi. In ambienti confortevoli e sereni è più facile sperimentare in autonomia nuovi sapori.
È importante non mettere pressione alla bambina o al bambino che non vuole mangiare un alimento, ma concedere di conoscere il cibo con i propri tempi. Spesso il rifiuto è proprio di ciò che non si conosce o che a casa non è gradito da mamma e papà. Non dimentichiamo che i piccoli imparano per imitazione e le preferenze sono fortemente influenzate dall’esperienza in base alla frequenza di esposizione a un particolare sapore.
È per questo motivo che, talvolta, alcuni genitori si stupiscono che al figlio o alla figlia piaccia improvvisamente proprio quella verdura tanto evitata a casa.
Mangiare con gli occhi e con le mani
Per quanto meno apprezzate rispetto ad altri alimenti, frutta e verdura hanno un grande punto a favore: il colore. Questo è un ottimo alleato per rendere interessanti i cibi agli occhi di bambini e bambine, che possono creare la loro ruota caleidoscopica con i 5 colori della salute (bianco, verde, rosso, arancione e viola).
Esiste anche un forte legame tra confidenza nel manipolare il cibo e curiosità nell‘assaggiarlo. Toccare con mano un frutto o un ortaggio potrebbe avvicinare bambine e bambini anche a cibi finora evitati. Ecco 3 giochi da fare per conoscere la frutta!
I gusti son gusti, dall’infanzia!
Sperimentare, provare, dare un’altra possibilità a un cibo è giusto, ma lo è altrettanto rispettare i gusti dell’altra persona, anche quando è piccola. Proviamo a immaginare come ci potremmo sentire se venissimo forzati a mangiare qualcosa che non ci piace. È stato dimostrato che forzare rafforza solo il disgusto per quel cibo, proporre non vuol dire insistere!